Sassicaia Magnum 2021

Bolgheri Sassicaia DOC

Il Sassicaia di Tenuta San Guido è un vino importante e leggendario, un taglio bordolese di Bolgheri affinato per 24 mesi in barrique. Intenso e complesso, ricco di aromi erbacei e minerali, di frutti selvatici, grafite, macchia mediterranea, e dotato di un carattere morbido e robusto, incarna l'essenza del Supertuscan...

Il Sassicaia è il vino italiano più noto al mondo, la quintessenza dell'equilibrio in termini di corpo e complessità. Si tratta di un rosso che rappresenta allo stesso tempo il fiore all'occhiello dell'enologia italiana, la pietra miliare per le eccellenze affermatisi in seguito e la chiave di volta della rinascita enologica della zona. Nasce dall'ingegno di Mario Incisa della Rocchetta che, già negli anni Venti, sognava di creare un vino di razza, purosangue come i cavalli che possedeva allora nella scuderia di proprietà. Decise così di piantare uve Cabernet Sauvignon e Franc nella Tenuta San Guido, per la somiglianza che aveva notato tra questi terreni e la zona di Bordeaux: terreni pietrosi e sassosi, proprio come una "Sassicaia".

Il Sassicaia Tenuta San Guido, anche grazie al prezioso contributo dell'enologo Giacomo Tachis, è diventato il simbolo di una produzione enologica di altissima qualità, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, simbolo culturale come la mano del maestro dell’enologia italiana che lo ha accarezzato per lungo tempo. Esalterà tutte le grandi occasioni e le cene sontuose, ma sorseggiato in piacevole solitudine e meditazione saprà stupirvi come nessun'altro. Le uve nascono in una dei più celebri cru aziendali, composto da un mosaico di elementi naturali. La conformazione unica del terreno, l'esposizione a ovest, sud-ovest e l'altitudine di 100-300 metri hanno creato la culle perfetta dove far germogliare questo prestigioso tesoro enologico.

Il Bolgheri Sassicaia è un rosso sontuoso, dal manto rubino prezioso, come la pietra a cui si deve il colore. Al naso affascinano le note di ciliegie mature, more, ribes nero, rosmarino, lavanda, foglie di lampone e mondo erbaceo, il tutto accompagnato da un pizzico di elegante nota di quercia e da lievi spunti di tabacco da pipa. Al palato si fa apprezzare per la sua intensità, vigoria dell’arduo territorio da cui nasce, e da una trama perfettamente ricamata da freschezza e sapidità. Coinvolgente: un'espressione da ascoltare e dalle intense sfumature. Ama il tempo e non lo teme, infatti esprime al meglio la storia che racchiude in sé con l’invecchiamento.

La descrizione del sommelier

Colore Rosso rubino intenso Gusto Equilibrato, pieno ed elegante con tannini morbidi e levigati e una lunga persistenza Profumo Note fruttate di amarene, mirtilli e ribes nero si fondono su aromi di chinotto, cioccolato, grafite e macchia mediterranea

Abbinamenti

Pasta sugo di carne risotto con carne carne arrosto e grigliata carne rossa in umido selvaggina

€ 1200.00

Produttore TENUTA SAN GUIDO
Denominazione Bolgheri Sassicaia DOC
Vitigno Cabernet Sauvignon 85% e Cabernet Franc 15%
Gradazione 14,0% Vol.
Formato Magnum (1.5 lt)

Premi e riconoscimenti

Robert Parker 2021 100 / 100

Descrizione produttore

Un ecosistema fondato sull’equilibrio tra uomo e natura
Tenuta San Guido è il risultato di una lunghissima tradizione, di un messaggio etico che si tramanda di generazione in generazione. Racchiude diverse eccellenze, il vino, la Razza Dormello Olgiata e il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri.
“IL BOUQUET CHE STAVO CERCANDO” Mario Incisa della Rocchetta
I Marchesi Incisa della Rocchetta sono fra i protagonisti della storia d’Italia, dall’alto Medioevo fino all’affacciarsi dell’età barocca e oltre. Mario Incisa della Rocchetta nasce a Roma nel 1889 da famiglia piemontese, studia agraria a Pisa e coltiva fin da subito una forte inclinazione per l’agronomia, con il sogno, già negli anni Venti, di trovare la perfezione nell’agricoltura e nel rispetto della Terra. Si trasferisce in Maremma negli anni ‘40 dopo aver sposato Clarice della Gherardesca nel 1930, discendente di una delle famiglie più antiche della Toscana, quella del conte Ugolino cantato da Dante nella Divina Commedia. Il Marchese intuisce subito che si tratta di uno dei più straordinari biotipi dell’Europa mediterranea e inizia a sperimentare alcuni vitigni francesi, concludendo che il cabernet, di fatto così lontano dalla tradizione toscana e piemontese, rispettivamente del sangiovese e del nebbiolo, “ha il bouquet che stavo cercando”.
È così che, grazie alle prime marze avute dai Duchi Salviati di Migliarino (nei pressi di Pisa), impianta nei terreni che dalla rocca di Castiglioncello degradano in dolci colline fino al mare il primo vigneto di cabernet sauvignon, siamo nei primi anni 40. Sappiamo, in realtà, che accanto ai cabernet (sauvignon e franc), i vitigni impiegati nel primo impianto erano vari e spaziavano dal canaiolo al ciliegiolo a viti a bacca bianca. La selezione massale, orientata al solo utilizzo del cabernet sauvignon, arriva in epoca più recente tra il 1960 e il 1968.

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